Articoli 7 Giugno 2024
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di Marco Baldocchi
La campagna politica “Più Italia, Meno Europa: Voto Lega” è un esempio emblematico di come le tecniche di comunicazione possano essere utilizzate per manipolare le percezioni e i comportamenti degli elettori. Utilizzando immagini e messaggi specifici, questa campagna sfrutta i bias cognitivi e le reazioni emotive profonde per influenzare l’opinione pubblica. Esplorando il coinvolgimento di specifiche aree del cervello e le implicazioni di queste tecniche, possiamo comprendere perché tali strategie non possono essere considerate sostenibili nella comunicazione politica.
Le neuroscienze ci insegnano che il cervello umano è predisposto a rispondere rapidamente agli stimoli emotivi. Questa predisposizione è radicata nell’amigdala, una struttura del sistema limbico che gestisce le reazioni di paura e piacere. Le immagini utilizzate nella campagna della Lega, come quelle di soldati in tenuta antisommossa o del Nutri-Score europeo, sono progettate per attivare l’amigdala, suscitando reazioni di paura e minaccia
Questo tipo di manipolazione emotiva spinge gli elettori a cercare sicurezza e protezione, associando tali sensazioni al messaggio politico della Lega.
Ma non è solo l’amigdala a essere coinvolta. La corteccia prefrontale, responsabile del pensiero razionale e del processo decisionale, è strategicamente bypassata attraverso l’uso di messaggi semplici e ripetitivi come “Più Italia, Meno Europa”. Questa tecnica riduce il carico cognitivo, facilitando decisioni rapide e istintive piuttosto che ponderate. In pratica, la campagna sfrutta il bias di disponibilità, dove le informazioni ripetute frequentemente sono percepite come più vere.
Le immagini positive legate all’identità nazionale italiana, come quelle dei prodotti alimentari tipici, attivano lo striato ventrale, una parte del cervello associata al sistema di ricompensa e al piacere. Questo crea un’associazione positiva tra l’identità italiana e il messaggio della campagna, rafforzando il senso di appartenenza e l’orgoglio nazionale. Questo meccanismo sfrutta il bias di in-group/out-group, dove il proprio gruppo è visto in modo favorevole rispetto agli altri.
La campagna “Più Italia, Meno Europa: Voto Lega” adotta una strategia comunicativa che riduce questioni politiche complesse a semplici dicotomie. Questo metodo semplifica la realtà e sfrutta un noto bias cognitivo: il bias di semplificazione. Questo bias descrive la tendenza delle persone a preferire spiegazioni semplici e dirette a spiegazioni più complesse e articolate.
Il bias di semplificazione si manifesta quando, di fronte a una questione complessa, le persone tendono a cercare soluzioni o spiegazioni che richiedono meno sforzo cognitivo. La nostra mente, per risparmiare energia, preferisce evitare di processare informazioni complicate, optando per versioni semplificate che sono più facili da comprendere e memorizzare. Questo avviene nella corteccia prefrontale, la parte del cervello responsabile del pensiero razionale e della risoluzione dei problemi.
La campagna utilizza immagini e messaggi che creano una chiara contrapposizione tra l’Europa, rappresentata come una minaccia, e l’Italia, presentata come una protezione. Questa dicotomia è un esempio classico di semplificazione eccessiva. Ad esempio, l’uso del Nutri-Score europeo come simbolo di una minaccia alla tradizione culinaria italiana semplifica una questione complessa riguardante la salute pubblica e le politiche alimentari. Mostrare il Nutri-Score con un codice rosso accanto a prodotti italiani tipici attiva una reazione emotiva negativa, rafforzando l’idea che l’Europa sta danneggiando l’Italia.
In particolare questa immagine usa almeno 4 “trucchi”, vediamoli insieme.
Il Nutri-Score con il punteggio peggiore (E) è posizionato in alto, in una posizione di maggior risalto visivo, mentre i punteggi migliori (A, B, C) sono posti più in basso. Questa disposizione crea una connessione implicita tra l’Europa e prodotti di scarsa qualità, insinuando che le regolamentazioni europee penalizzino i prodotti italiani.
I prodotti alimentari italiani, come il Parmigiano Reggiano, sono collocati a destra dell’immagine. Dato che il nostro modo naturale di leggere un’immagine è da sinistra verso destra, questa disposizione guida l’osservatore dal negativo (Nutri-Score europeo) al positivo (prodotti italiani di qualità). Questo movimento visivo rafforza l’idea che l’Italia rappresenta la qualità e la tradizione rispetto all’Europa.
La mano che traccia una X sul logo della Lega funge da ancoraggio visivo. La diagonale creata dalla matita attira l’occhio verso il logo, collegando visivamente il messaggio principale (“Voto Lega”) con il contesto dell’immagine. Questo elemento grafico non solo cattura l’attenzione, ma rafforza anche la call to action.
Il Parmigiano Reggiano, uno dei prodotti italiani più iconici e frequentemente contraffatto nel mondo, è usato per evocare un senso di autenticità e protezione delle tradizioni. Le noti zie sulle copie del ParmigianoReggiano hanno raggiunto un ampio pubblico, facendo leva su una percezione comune di minaccia alla cultura gastronomica italiana. Questo rende il messaggio della campagna particolarmente potente anche per un pubblico meno esperto o informato. Questi elementi lavorano sinergicamente per creare un messaggio visivo coerente che sottolinea le differenze tra l’Europa e l’Italia, favorendo una narrativa che promuove la Lega come difensore delle tradizioni e della qualità italiana.
Lo scopo di questa campagna è solamente quello di creare un confronto buono – cattivo.
La corteccia cingolata anteriore è una regione del cervello coinvolta nella gestione del conflitto e nell’elaborazione delle emozioni negative. Quando una persona è esposta a immagini e messaggi che creano un conflitto interno, come la contrapposizione tra Europa e Italia, questa area del cervello viene attivata. La tensione emotiva risultante spinge gli elettori a cercare una risoluzione del conflitto, spesso favorendo la narrativa più semplice e immediata presentata dalla campagna: in questo caso, il supporto per l’Italia contro l’Europa.
La comunicazione sostenibile promuove un discorso informato, equilibrato e rispettoso delle percezioni e delle emozioni delle persone. Le tecniche utilizzate nella campagna della Lega non rispettano questi principi. Stimolare intenzionalmente la paura e l’ansia sfrutta le vulnerabilità emotive delle persone, piuttosto che informarle in modo trasparente. Ridurre questioni complesse a messaggi semplicistici impedisce un dibattito informato, limitando la capacità degli elettori di prendere decisioni consapevoli.
Inoltre, creare divisioni nette tra “noi” (Italia) e “loro” (Europa) alimenta la polarizzazione sociale, danneggiando il tessuto sociale e promuovendo l’odio e l’intolleranza. Utilizzare immagini che evocano emozioni positive per promuovere un messaggio politico specifico può creare associazioni artificiali che distorcono la percezione della realtà.
Inoltre, come recentemente capita in comunicazione politica, non si pone l’attenzione su una soluzione, ma solo sul problema creato da “altri”.
Nella comunicazione politica moderna, è comune focalizzarsi sui problemi creati dagli avversari senza proporre soluzioni concrete. A livello psicologico, proporre soluzioni invece di concentrarsi solo sui problemi altrui può essere molto più efficace, infatti proporre soluzioni stimola il sistema di ricompensa del cervello, associato a sensazioni di speranza e motivazione.
Quando le persone percepiscono che esiste una via d’uscita o una soluzione a un problema, sono più propense a sentirsi positive e coinvolte. Questo non solo rende il messaggio politico più attraente, ma incoraggia anche un atteggiamento proattivo e partecipativo.
E qui la domanda che nasce spontanea: ma la Lega vuole un pubblico proattivo e partecipativo? Da questa campagna non sembra.
La campagna “Più Italia, Meno Europa: Voto Lega” utilizza sofisticate (nemmeno troppo) tecniche di manipolazione cognitiva ed emotiva per influenzare le percezioni degli elettori. Coinvolgendo specifiche aree del cervello come l’amigdala, la corteccia prefrontale, lo striato ventrale e la corteccia cingolata anteriore, queste pratiche sfruttano i bias cognitivi e le reazioni emotive per ottenere un vantaggio politico. Sebbene queste tecniche possano risultare efficaci nel breve termine, non promuovono una comunicazione sostenibile e rischiano di danneggiare il tessuto democratico della società. Promuovere un discorso politico informato e rispettoso richiede un approccio che valorizzi la trasparenza, l’equilibrio e il rispetto per le emozioni e le percezioni degli individui, contribuendo così a una democrazia più sana e inclusiva.